Scuole materne: tanto nuove che sono già vecchie

Il Movimento 5 Stelle al Comune di Campobasso ha presentato una interpellanza all’Assessore ai Lavori Pubblici ed una segnalazione formale alla competente commissione in merito alla costruzione di alcuni nuovi edifici scolastici in fase di realizzazione, quello di via S.Antonio dei Lazzari e quello di Via Berlinguer/via Crispi.

P1230415Da quanto emerso dallo studio dei progetti in questione, quest’ultimi risultano sprovvisti degli elaborati relativi alle normative in materia di efficienza energetica, con particolare riferimento alla L. 10/91 e successive modifiche, che disciplinano le misure atte a migliorare l’efficienza energetica, i calcoli relativi ai disperdimenti termici, al fabbisogno energetico per gli impianti di riscaldamento e la classificazione energetica degli immobili; normative in continua evoluzione e sempre più restrittive, indirizzate al raggiungimento dell’autonomia energetica degli edifici e mirate al perseguimento, entro il 2020, dell’obiettivo di ridurre del 20% i consumi dell’energia primaria.

P1230414In particolare, il recente decreto Legislativo 102/14, che recepisce e rende attuativa la direttiva 2012/27/UE, nonché il D.Lgs. 28/2011, statuiscono l’obbligo di integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici di nuova costruzione, che dovranno garantire l’ affrancamento dall’utilizzo di fonti fossili per l’approvvigionamento energetico al fine di ridurre le emissioni di Co2 ed altri gas climalteranti. Lo stesso decreto stabilisce che il mancato rispetto dello stesso, costituisce addirittura motivo di diniego al rilascio dei titoli edilizi (art. 11 comma 3).

Le mancanze progettuali riscontrate, costituiscono quindi gravi inadempienze che rischierebbero di compromettere la legittimità degli appalti ed il normale proseguo dei lavori, con derivante danno erariale a carico della collettività; errori di progettazione difficilmente sanabili in corso d’opera poiché, come sancito dalla legge, non vi sarà la possibilità di utilizzare ulteriori fondi pubblici per varianti necessarie a causa di errate progettazioni.

L’assessore ai Lavori Pubblici Maio ha recentemente dichiarato che si è passati da una fase emergenziale ad una di lungimirante “programmazione” per ciò che concerne gli edifici pubblici, con particolare riferimento alle scuole; principi evidentemente disattesi nei costruendi edifici, progettati con criteri superati da decenni. E’ opportuno sottolineare che gli edifici in questione, sono stati concepiti con “progettazione interna”, ovvero fatta dai tecnici dipendenti della struttura comunale, una soluzione prevista dalla legge ma che crea un evidente cortocircuito di competenze.

E così, mentre in Italia e nel mondo si costruisce ispirandosi sempre più al modello delle “passive house”, ovvero quegli edifici dagli elevati standard di comfort ambientale ma senza “bollette” energetiche, a Campobasso, anziché moderni e funzionali edifici che dovrebbero garantire ambiti scolastici sani, salubri ed efficienti con condizioni ideali per una corretta crescita e formazione, si costruiscono veri e propri “ecomostri energivori” con gli stessi criteri di 30 o 40 anni fa e già obsoleti prima ancora di essere inaugurati.

Gli edifici scolastici, peraltro, non necessitando di riscaldamento notturno nè di refrigerazione estiva, sono quelli che più agevolmente potrebbero raggiungere questi elevati standard, azzerando la dipendenza dalle fonti energetiche fossili.

Edifici non in linea con moderni principi di buona architettura, diventano invece facili vittime del ricatto energetico: non a caso ogni anno gli amministratori locali di turno si vedono costretti a minacciare la sospensione dell’attività didattica per mancanza di fondi per il riscaldamento; cifre spesso esorbitanti che alimentano inquinamento e spreco di denaro pubblico. Basti pensare, ad esempio, che in Italia la spesa per le scuole ammonta d un miliardo e 300 milioni di euro, mentre la spesa totale per riscaldare e refrigerare gli uffici della pubblica amministrazione arriva a cifre comprese tra i 5 e i 6 miliardi di euro, quasi un decimo del valore dell’intero patrimonio immobiliare nazionale!

Alla luce delle fortissime criticità emerse e rilevate, farebbero bene il sindaco, la giunta e la struttura dei lavori pubblici, a valutare una radicale revisione dei lavori in corso d’opera, adeguando progetti ed impianti prima che sia troppo tardi, anche individuando eventuali responsabilità derivanti da errate progettazioni. Non è più pensabile di far coincidere la stazione appaltante, la progettazione, la direzione dei lavori ed il collaudatore con lo stesso soggetto, ovvero l’amministrazione comunale. Ben venga la progettazione interna, qualora si sia in possesso delle necessarie competenze, ma è altrettanto indispensabile definire i ruoli di controllo e le responsabilità delle eventuali cattive progettazioni, che non possono e non devono ricadere sulla collettività.