Quei 50.000 metri cubi in più

Campobasso è la nostra città e l’amiamo nonostante i suoi difetti, i problemi, le inefficienze e le carenze.  Questo però non può giustificare la superficialità o l’inedia che contribuiscono a peggiorare le cose. Ci sorprendiamo di come un piccolo centro come il nostro possa essere diventato così caotico e disordinato senza riuscire ad intuirne le ragioni.

Bene, uno dei motivi portanti di questo abbrutimento è senz’altro da attribuirsi alla gestione dell’urbanistica. Un termine affascinante che racchiude una miriade di aspetti della nostra quotidianità. Un concetto molto complesso, non solo nel senso che è regolamentato da norme di difficile comprensione, ma anche e soprattutto per il fatto che è un mondo interdisciplinare. Il decoro è il primo punto che viene in mente ma anche la sostenibilità, la viabilità e persino il sistema produttivo, solo per citarne alcuni, sono condizionati dalle scelte urbanistiche. Campobasso ha vissuto una bella stagione in cui lo sviluppo cittadino avveniva secondo un filo conduttore, con una consequenzialità che tesseva un’immagine ben precisa e piacevole. Purtroppo quel tempo è oramai lontano e le decisioni che si prendono, già da più decenni, non sono più figlie di un progetto d’insieme armonioso che mette al centro l’uomo e la sua dimensione. No. Ormai si prediligono altre logiche, prima fra tutte quella speculativa.

Allora succede che i terreni rimasti indenni dall’aggressione edilizia pian piano cedono sotto il colpo delle lottizzazioni favorite dalla legislazione vigente, che non piace a nessuno, salvo poi approfittarne all’occorrenza. Succede che, osservando la nostra città, non si riesca più a godere di un dipinto di pregio ma sulla tela sono sempre maggiori e più evidenti gli obbrobri che lo deturpano a mo’ di “sputazza”. Crediamo che la difesa del territorio non abbia colore politico e comprendiamo bene il periodo di crisi che imperversa, specialmente nel settore edilizio. Per questo ribadiamo ancora una volta che bisognerebbe puntare su politiche che favoriscano e incentivino interventi di ristrutturazione,  di efficientamento energetico e di adeguamento per la sicurezza degli edifici dal punto di vista sismico, anziché continuare a costruire.

Per questo nella commissione Urbanistica, in Comune, il MoVimento 5 Stelle ha votato a sfavore circa la realizzazione di tre nuove lottizzazioni che interesseranno la nostra città. Si tratta, almeno per due delle tre, di ulteriori 50 mila metri cubi di cemento concentrati nella zona di Porta Napoli. Infatti, ad eccezione di una che è poco impattante, le altre due andranno ad elevare palazzi fino a 25 metri circa di altezza per “sopperire all’insufficienza di edilizia economica o convenzionata o agevolata”, così recita la norma.

Le imprese beneficeranno di un coefficiente maggiore di edificazione grazie all’art. 6 della Legge Regionale 30 del 2009 (cosiddetto Piano Casa) e per questo ci troveremo, se il Consiglio comunale di Campobasso dovesse ratificare, molte migliaia di metri cubi in più di cemento. In commissione abbiamo manifestato le nostre numerose perplessità a riguardo e alcune delle nostre richieste che ritenevamo pregiudiziali ai fini di una valutazione non sono state soddisfatte. Pensiamo sia logico, infatti, prima di autorizzare interventi di tale portata, comprendere qual è la reale esigenza abitativa di Campobasso, soprattutto per quella tipologia di edilizia, e in tal senso abbiamo richiesto una relazione da parte dell’ufficio urbanistica. Invece si è ritenuto di licenziare con una certa celerità i progetti affinché approdino quanto prima in Consiglio. Sebbene riteniamo doveroso dare una risposta alle imprese che attendono da molto tempo che l’Amministrazione si esprima, si poteva benissimo votare contrari e rinviare al Consiglio comunale la decisione finale.

Il centrosinistra ha voluto far passare i progetti con voto favorevole e questo la dice lunga su quali possano essere le intenzioni che verranno espresse in futuro. Chi vivrà vedrà. Per capire di cosa si stia parlando, si sappia che le abitazioni che verranno realizzate avranno un costo obbligato di circa 1.400 euro a metro quadro. Tuttavia il mercato immobiliare è fermo. Facendosi un rapido giro ci si potrà rendere conto che quel prezzo, che dovrebbe essere “agevolato”, in realtà è all’incirca il prezzo di mercato (rilevato sia attraverso il supporto OMI dell’Agenzia delle Entrate che presso alcune agenzie immobiliari del capoluogo), per cui far costruire, e per giunta con coefficiente maggiore (si parla del 50% in più!), servirebbe soltanto a gonfiare le tasche degli imprenditori.

Qualcuno si è detto scettico che, una volta incassata la ratifica del Consiglio, le imprese realizzino davvero a causa delle attuali difficoltà finanziarie delle stesse, ma noi dobbiamo ragionare in virtù di un’idea di città e non in base alla convenienza delle imprese. E poi, soprattutto per la lottizzazione di via De Pretis, in una zona molto appetibile e a ridosso di Contrada Cese il cui valore è noto, non crediamo che il costruttore si lasci scappare l’occasione di proporre un’offerta edilizia molto concorrenziale rispetto al patrimonio immobiliare cittadino, oggi invenduto. Con il risultato che a Campobasso aumentano i palazzi vuoti a testimonianza di una politica poco attenta alle reali esigenze del territorio. Forse perché, molto probabilmente, ci si dovrebbe sforzare di riscontrare quanto la crisi abbia inciso sull’onorabilità dei mutui o degli affitti. Forse andrebbe verificato chi, attualmente nel capoluogo, possa permettersi di sborsare 1.400 euro a mq, magari scoprendo che “tariffa agevolata” è un concetto molto relativo.

Abbiamo davvero bisogno di costruire nuove case? Come si spiega se in realtà a Campobasso negli ultimi anni si è registrata una decrescita demografica? Chi ci guadagna?

È giusto che le imprese possano legittimamente e a pieno titolo avanzare le proprie proposte in forza di una legge che glielo consente. Così com’è altrettanto giusto che l’Amministrazione comunale debba prima di tutto preservare l’interesse pubblico: certamente edificare in eccedenza rispetto alle reali necessità non può essere a vantaggio dei cittadini.

Infine, fermo restando che non si vuole mettere in discussione l’integrità morale di nessuno, riteniamo sia sconveniente che il presidente della Commissione urbanistica appaia sui cartelloni di cantiere quale professionista insieme ad altri colleghi ingegneri o ad architetti che hanno lavorato per la presentazione delle lottizzazioni di cui sopra. Pur non trattandosi di una violazione di norme, è evidente che si configuri un conflitto d’interessi che per mere ragioni di opportunità andrebbe, a nostro avviso, immediatamente rimosso. Ricordando le recenti parole del sindaco, facciamo appello al primo cittadino perché intervenga per cancellare ogni ombra di sospetto sul fatto che la calendarizzazione dei lavori delle commissioni consiliari possa subire interferenze e condizionamenti dai legami professionali dei rispettivi presidenti.