DecoriAMO Campobasso

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“Stella Ti Amo” “19.16.2010 FEDE MIKY MARIO”

Quando non si usano biglietti d’amore o bacheche di social network ma muri, colonne, facciate di edifici ecco che il tutto diventa puro vandalismo.

Questo è uno dei tanti modi con cui si può “offendere” il decoro urbano, una vera e propria piaga per Campobasso, basta guardarsi attorno durante i tragitti cittadini per rendersene conto. Come arginare tale fenomeno? Ascoltando Stefano dell’Associazione Malatesta abbiamo raccolto il pensiero e le idee di chi fa parte del mondo dei writers, i primi a condannare il vandalismo di chi imbratta la città.

L’amministrazione comunale deve essere sensibile a tale piaga, non può trascurare questo fenomeno, quindi il primo passo, come suggerito da Stefano, con cui siamo in perfetta sintonia, è quello di informare ed educare con progetti che coinvolgano le scuole e le associazioni del settore. Far capire ai giovani cosa vuol dire rispetto del bene comune, che una scritta su un muro è vandalismo mentre un disegno è arte. Parliamo quindi di progetti di idee che coinvolgano attivamente le associazioni e le scuole, volte a restituire decoro e colore alla città nell’ottica di realizzare ”una sorta di galleria d’arte a cielo aperto” (cit. Stefano); nulla di estremamente innovativo (è bene ricordarlo!), infatti anche in questo caso basterebbe prendere spunto da lodevoli iniziative portate avanti da associazioni di volontariato (ancora una volta cittadinanza attiva!), come la riqualificazione della zona adiacente la torre di Delicata Civerra, ahinoi meta ambita di tanti vandali, o il festival “Draw the line” che dalla prima edizione nel 2011 vede la partecipazione di artisti di fama mondiale come Blu (writer italiano riconosciuto tra i 10 migliori al mondo secondo The Guardian), che in una settimana realizzano opere come quelle che abbelliscono i grigi muraglioni di cemento del Terminal piuttosto che di via Novelli.

Bisogna incentivare e supportare queste manifestazioni che oltre alla funzione educativa contribuiscono a conferire colore, vivacità e bellezza a parti della città spesso degradate anche a causa del vandalismo, e che al tempo stesso rappresenterebbero un’occasione di richiamo turistico durante i giorni del festival e non solo, come avviene in tante altre città europee come Bristol, che hanno fatto della street art un biglietto da visita che incide positivamente anche sul tessuto economico.

“ E’ un filo sottile quello che divide l’arte dal vandalismo e sta alla persona che ha in mano una bomboletta il rispetto del bene comune”. (Stefano)