L’Ariston resterà quel palazzo fatiscente che caratterizza l’angolo tra via Isernia e via Cardarelli. L’undici agosto il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Campobasso ha negato definitivamente il permesso di costruire alla GPE Group. Siamo convinti che in molti apprenderanno con entusiasmo questa notizia ma, purtroppo, c’è poco da essere felici. Si può scommettere sull’arrivo della richiesta di risarcimento danni che i proponenti del progetto presenteranno perché la procedura amministrativa, iniziata il 17 febbraio scorso, ha dato prova di tutta l’incapacità di cui è capace questa Amministrazione comunale, tra commissioni non verbalizzate e sopralluoghi ripetuti, documenti smarriti e scadenze non rispettate. Tuttavia, ciò che veramente è mancata è una linea politica credibile. La maggioranza di centrosinistra ha dichiarato di essere interessata all’acquisto della struttura coinvolgendo la Regione per la richiesta dei fondi necessari, come se i campobassani non sapessero che “Sparta piange ma Atene non ride”. Inoltre, i proprietari dell’ex cinema Ariston, in più occasioni, hanno specificato che, nonostante i numerosi tentativi di interloquire con le Amministrazioni comunali dell’ultimo ventennio, non hanno mai ricevuto una vera proposta. Hanno bensì raccolto soltanto dichiarazioni d’intenti che per chi paga le tasse e ha la responsabilità civile per eventuali danni provocati da una struttura che cade a pezzi è certamente troppo poco. Quindi appare bizzarro che Battista & Co. decidano di fare il possibile per acquistare l’immobile ma si dimentichino di ascoltare i proprietari dello stesso che, nel frattempo, avevano un saldo accordo con un’impresa di costruzione.
Fin dall’inizio abbiamo sollevato numerosi dubbi sull’opera che avrebbe dovuto modificare profondamente l’area, creando sicuri disagi ai residenti e agli automobilisti, ma nemmeno possiamo condannare l’iniziativa privata di chi, ascoltando solo chiacchiere dalla politica, ha deciso di affidarsi a terzi per la realizzazione di un edificio residenziale.
Se è vero com’è vero che la struttura è inserita nell’elenco dei siti di interesse del ‘900 per le sue caratteristiche architettoniche, il canale da seguire resta senza dubbio quello ministeriale. Forti del giudizio della locale Soprintendenza delle Belle Arti, nonché della filiera istituzionale dal Comune al Governo, si dovrebbe percorrere convintamente la strada del finanziamento statale. La conservazione dell’originaria funzione del cinema teatro Ariston, per l’importanza della storia di quest’opera e per il suo valore, può essere ottenuta soltanto tramite il riconoscimento delle qualità ben rilevate dai tecnici della Soprintendenza. Di contro, il fallimento di questo tentativo ci costringerebbe a fare i conti con la realtà e ammettere che così tanti milioni di euro il Comune di Campobasso, e quindi i cittadini del capoluogo, non sarebbero mai in grado di racimolarli. Da tutta questa storia però vorremmo trarne una morale che ci consenta di non farci trovare impreparati nel futuro quando altre richieste di edificazione arriveranno al protocollo degli uffici comunali. Siamo convinti che nell’ottica della riqualificazione urbana, che deve passare necessariamente per lo stop al consumo di suolo e per l’efficientamento energetico, sia arrivata l’ora di intervenire sulle norme tecniche di attuazione, definendo in modo chiaro le caratteristiche architettoniche che dovranno avere gli edifici nel centro murattiano al fine di preservare la matrice storico-culturale della nostra città. Non abbiamo bisogno di politici che decidono di non decidere aspettando e sperando. Con le imprese edili al collasso e le norme urbanistiche sempre più stringenti, servono interventi urgenti che incentivino le buone costruzioni. Per quanto ancora dovremo vivere alla giornata?