Lorenzo Sallustio

33 anni, originario di Roccavivara (CB) ma campobassano di adozione da circa quindici anni, quando vi arrivai da studente universitario. Attualmente, sono assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi del Molise dove, dopo la laurea in Scienze e Tecnologie Forestali ed Ambientali, ho conseguito anche il titolo di Dottore di Ricerca. Negli anni ho avuto l’opportunità di lavorare e approfondire la mia formazione presso centri di ricerca nazionali ed internazionali tra cui il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, una docenza a contratto presso l’Università la Sapienza di Roma ed un periodo di sei mesi presso la Stanford University in California. Queste esperienze e la pubblicazione di diversi articoli scientifici (https://www.researchgate.net/profile/Lorenzo_Sallustio), mi hanno permesso di conseguire nel 2018 l’abilitazione scientifica nazionale come professore associato in Scienze e Tecnologie dei Sistemi Arborei e Forestali.
Mi occupo prevalentemente di pianificazione territoriale, con particolare riferimento agli aspetti ambientali collegati alla modificazione del paesaggio da parte dell’uomo. Dall’analisi del consumo di suolo, all’abbandono dei terreni agricoli, all’espansione delle superfici forestali e la pianificazione del verde urbano. Argomenti che mi hanno permesso di collaborare alla stesura di diversi documenti strategici commissionati da vari Ministeri, tra cui i rapporti sul “Consumo di Suolo“, sullo “Stato del Capitale Naturale in Italia” e sullo “Stato delle Foreste e del settore forestale in Italia“, e la “Strategia Nazionale del Verde Urbano“. Negli ultimi anni ho partecipato a diversi progetti di ricerca e sviluppo territoriale nelle aree montane ed interne del Paese finalizzati a contrastare la crisi demografica in corso. Proprio con il Centro di Ricerca per le Aree Interne e gli Appennini dell’UNIMOL, con cui collaboro fin dalla sua istituzione, mi sono infatti occupato dell’accompagnamento e stesura della strategia di sviluppo dell’area interna del Matese. Un percorso tortuoso e mai banale ma sicuramente esaltante, in cui ho avuto la possibilità di interfacciarmi con tanti amministratori, cittadini e portatori d’interesse, toccando con mano la concretezza di un progetto di sviluppo territoriale.
La mia missione personale è quella di porre la pianificazione e la gestione delle risorse ambientali al centro di processi di sviluppo sostenibile soprattutto in ambiti territoriali marginali, al fine di migliorare il benessere delle popolazioni minimizzando l’impatto ambientale. Una sfida non banale che cerco di affrontare in ogni ambito della mia vita, dal lavoro, all’associazionismo, alla politica… spesso beccandomi l’etichetta del “fissato” 🙂 . Un percorso di attivismo nato tra i banchi di scuola con le varie cariche di rappresentanza studentesca fino all’Università; dal 2008 attivista del M5S (con i primi V-day), fino alla prima candidatura con lo stesso nelle regionali del 2011 e con una lista civica nel mio paese come consigliere comunale. La non elezione non mi ha tuttavia impedito di supportare attivamente i rappresentanti nelle istituzioni su temi a me vicini tra cui lo stop al progetto “Gran Manze” in basso Molise, l’istituzione del Parco Nazionale del Matese, la stesura della Legge regionale sulla “Banca della Terra” e del “regolamento comunale del verde pubblico e privato” di Campobasso, e tante altre iniziative sul territorio. Non sono un amante delle bandiere, preferisco confrontarmi sui temi e sui progetti eliminando il più possibile preconcetti e pregiudizi che rappresentano il vero limite per la crescita individuale e collettiva. Amo camminare in montagna, perdermi nella natura, chiacchierare e costruire nuovi progetti; detesto ogni forma di discriminazione, arroganza, prevaricazione e violenza (fosse anche solo nei pensieri).
Attualmente vedo in Campobasso una città tristemente chiusa in sé stessa, immobile, quasi incapace di sognare e che guarda senza troppe pretese ed aspirazioni al progresso e all’innovazione che fuori corrono veloci. Una città che risente pesantemente della crisi economica e in particolare del terzo settore, con evidenti squilibri e preoccupanti fenomeni di emarginazione. Un declino per me inspiegabile e quasi inaccettabile per una città che invece ha tante potenzialità e opportunità che vedo in buona parte racchiuse nel programma amministrativo del MoVimento 5 Stelle Campobasso.
Servono coraggio, unità e tanta tenacia per lasciarsi alle spalle i porti “sicuri”, ma ormai decadenti, e ritrovare la curiosità e la gioia di sperimentare, innovare e provare a dare una svolta concreta al futuro della città. Coraggio che ho voluto dimostrare mettendoci tempo, cuore e “faccia” accanto al candidato Sindaco, nonché amico fraterno, Roberto Gravina, e ad una squadra di persone in gamba, volenterose ed audaci in cui mi sono riconosciuto e amalgamato, rimettendo per primo in discussione tante certezze e solide tranquillità che nessuno può smontarti finché continui a parlare da solo allo specchio. Grazie a loro e ad un paziente esercizio di democrazia, di ascolto e di confronto (non sempre banale, ve lo assicuro!), ho potuto riscoprire la bellezza di far parte di un collettivo. Senza mai rinnegare il proprio “io” bensì arricchendolo grazie a ciò che di buono ciascuno può regalare e mettere a disposizione degli altri, superando le logiche personalistiche e di prevaricazione che ormai spesso prendono il sopravvento ed aprendosi totalmente alla bellezza della complessità e della diversità. È un momento storico in cui si respira troppo odio, mentre c’è un disperato bisogno di riscoprire i buoni sentimenti e andare oltre gli steccati ideologici (spesso più di forma che di sostanza) per porre un argine alle tante piccole derive in atto.
Nessun uomo, neanche chi pensa di essere “il migliore”, è un’isola, e solo l’unione di tanti attorno ad una idea solida e condivisa può aiutare noi e la nostra città ad intraprendere una trasformazione concreta, bella e duratura nel tempo… a prescindere dai singoli e dalle gambe che nel tempo avranno l’onere e l’onore di portarla avanti! Perché solo re-inquadrando la politica in una logica di servizio alla collettività, e non viceversa, i risultati elettorali potranno davvero rappresentare dei segnali positivi di rinnovamento e rinascita; punti di partenza e non certo di arrivo!

 

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