Contenimento dei costi per la Giunta Comunale: le buone intenzioni sono terminate con il 2016

Molti ricorderanno quando, nel novembre 2015, il Sindaco Battista nominò il settimo assessore (Ramundo, con delega all’ambiente ed alla gestione rifiuti) annunciando che l’allargamento della giunta non avrebbe comportato ulteriori costi per l’amministrazione.
In effetti, con delibera n. 276/2015, le indennità per la giunta vennero ridotte di circa il 14%, in pratica dividendo il totale del budget di spesa per 7 anzichè per 6. Nella stessa delibera veniva anche precisato che “è intenzione dell’Amministrazione non aumentare la spesa per le indennità di funzione spettanti agli assessori rispetto a quanto si è speso nel corrente anno”.
E in effetti così è stato fino alla nomina di due nuovi assessori (Rubino e De Bernardo), quando i conti hanno cominciao a non quadrare più.
Eppure lo stesso Sindaco in più occasioni aveva affermato che eventuali nuovi allargamenti da lì in avanti, non avrebbero comportato ulteriori oneri per le casse pubbliche in quanto le indennità degli assessori sarebbero state redistribuite in base al nuovo numero dei componenti della giunta, quindi preannunciando nuovi “restringimenti di cinghia”.
Subito dopo però lo slogan si è trasformato in «Con la giunta a nove avremo sette indennità e dunque non ci saranno costi per le casse comunali», tentando di far passare la teoria che l’incarico dell’assessore Stefano Ramundo fosse a costo zero (poichè “ricavato” dal taglio degli altri sei colleghi), mentre ai due nuovi assessori sarebbe toccata una indennità piena da dividere in due, una circostanza che di fatto avrebbe comunque introdotto una nuova indennità che prima non c’era.
Ma non finisce quì: la previsione di spesa per il 2017 smentisce nuovamente il Sindaco poichè dei due nuovi assessori solo uno (la Rubino) percepirà metà indennità (come previsto dalla normativa perchè non collocata in aspettativa dal lavoro) mentre l’altro (De Bernardo) percepirà per intero il trattamento, poichè collocato in aspettativa dal lavoro, sempre in ossequio alle disposizioni normative.
In sostanza, dall’annunciato “costo zero” si è passati a tre indennità in più (seppur ridotte del 14 % circa) rispetto al passato (per essere precisi due e mezzo se consideriamo l’Assessore Rubino al 50%), per un aumento di spesa di almeno 45.000 euro annui, al netto degli oneri contributivi che fanno ulteriormente lievitare la cifra, e non di poco.
Che non è esattamente la stessa cosa del “costo zero”….