Campobasso, sempre meno eco-friendly

Ancora una volta il rapporto annuale “Ecosistema urbano” stilato da Legambiente, relega la nostra città nei bassifondi della classifica nazionale con una nuova retrocessione rispetto all’anno precedente (77° posto su 104, l’anno scorso eravamo al 73°), segnale evidente, a pochi mesi dal termine mandato, che questa amministrazione, contrariamente ai buoni propositi più volte sbandierati, dalla campagna elettorale e fino ad oggi, poco e niente ha fatto per migliorare le performance ambientali della nostra città.
Come di consueto, la classifica è stata stilata sulla base dei dati raccolti per singoli indicatori, quali acqua, aria, verde, rifiuti, mobilità.
Dalla media dei dati complessivi emerge chiaramente come Campobasso resta, nonostante il passare degli anni, una città pigra e restia, con scarsissima voglia e capacità di mettersi in gioco ed affrontare quelle sfide che le consentirebbero di fare decisi salti di qualità in termini di sostenibilità.
E chiaramente ci troviamo davanti a duplici responsabilità, da una parte il cittadino, spesso svogliato e, questo va detto, dal senso civico non proprio spiccato, dall’altra l’amministrazione mai abbastanza coraggiosa da tentare di invertire, e fare invertire ai propri cittadini, consuetudini decisamente insostenibili, ma anche del tutto incapace di dare buoni esempi ai propri amministrati.
Un esempio lampante è l’altissimo numero di automobili circolanti in città, ben 71 per ogni 100 abitanti, a dimostrazione che il trasporto pubblico, ad esclusione degli studenti, degli anziani e dei pendolari da fuori città, per i campobassani è un servizio praticamente inesistente, complice la cronica inefficienza di un servizio colpevolmente congelato da decenni e del tutto inadeguato rispetto alle attuali esigenze dell’utenza.
Che Campobasso sia una città devota alle quattro ruote, lo dimostra anche l’assenza di isole pedonali (solo 0,05 mq per abitante, praticamente quanto un foglio A4, nonché la penuria di piste o percorsi ciclabili (appena 6,5 km, ma è difficile comprendere dove si trovino…); del resto, per farsi un’idea sull’attenzione dimostrata sul tema della mobilità, basta contare le “annunciatissime” giornate ecologiche promosse e realizzate dall’amministrazione in questi anni: zero.
Ne deriva che la qualità dell’aria risulta complessivamente insufficiente, nonostante la sostanziale assenza di grandi impianti industriali emettitori ed il numero comunque esiguo di cittadini che, unitamente alle caratteristiche morfologiche e geografiche del nostro territorio, ci dovrebbero naturalmente far primeggiare a livello nazionale per la qualità dell’aria che respiriamo, invece di occupare le parti basse della classifica.
Non vanno meglio le cose sul fronte dei rifiuti: al 2017, e quindi al quarto anno di amministrazione, il dato è ancora fermo al 13,6% di raccolta differenziata (peggio solo i capoluoghi siciliani). Bisognerà aspettare l’anno prossimo per verificare gli eventuali riscontri positivi dell’avvio della raccolta differenziata porta a porta che ha incontrato, e sta incontrando, ritardi considerevoli e tantissime criticità.
Male, anzi malissimo, sul fronte della dispersione idrica, che ancora una volta vede Campobasso tra le ultimissime città d’Italia e precisamente al 96° posto con il 68% di dispersione. Sul tema non sono pochi gli interrogativi leciti da porsi: se davvero oltre i due terzi dell’acqua immessa nella rete venisse realmente dispersa dalle condutture, probabilmente Campobasso dovrebbe essere una città galleggiante. Molto verosimile invece, che oltre alla vetustà delle condutture, ad aumentare il fenomeno della mancata contabilizzazione delle risorse idriche immesse in rete, sia un diffusissimo fenomeno di captazione abusiva, ovvero allacci casalinghi a monte dei contatori, sui quali evidentemente va registrata una scarsissima attività di controllo da parte degli uffici preposti.
Tra i dati negativi ancora da imputare alla scarsissima “vocazione ecologica” dell’amministrazione Battista, registriamo anche l’assenza di impianti di produzione di energia rinnovabile sugli edifici pubblici; solo 0,71 kilowatt per 1000 abitanti, vale a dire appena 35 kw. Un dato peraltro ingannevole giacché trattasi sicuramente degli unici due impianti installati, quelli sulle coperture delle due nuove scuole di via Berlinguer e via Sant’Antonio dei Lazzari, mai attivati e quindi a produzione zero.
Non pervenuto infine, il numero degli alberi a disposizione per ogni abitante, ma il solo fatto che questa amministrazione, come tutte le precedenti, continua imperterrita ad ignorare la legge 10/2013 che prevede la messa a dimora di un albero per ogni nuovo nato o adottato nel comune, la dice lunga e non necessita di ulteriori commenti.
In sintesi, un rapporto che non lascia appelli a questa amministrazione che, oramai al termine, si è dimostrata decisamente insensibile, spesso insofferente, a tutte le tematiche ambientali, spesso trattate superficialmente, più per moda che per reale convinzione, e con banali operazioni di facciata mai organiche e strutturali, tant’è che gli impietosi risultati ci bollano ancora una volta come città per nulla eco-friendly.