Lo scorso 20 febbraio il team capeggiato dal Prof. Callari dell’Unimol ha consegnato al Comune di Campobasso l’esito dello studio di vulnerabilità relativo all’edificio scolastico di via Crispi/via Berlinguer che attualmente ospita due scuole materne, quella, per l’appunto, di via Crispi, e quella “esodata” di via D’Amato.
L’esito delle indagini, riassunte nel capitolo conclusivo del fascicolo, evidenziano criticità significative, ma il primo cittadino, da quanto abbiamo potuto leggere su alcuni giornali, ha affermato che “la situazione è meno grave rispetto ad altri istituti”, parlando di “prescrizioni meno stringenti rispetto agli studi precedenti”.
Affermazioni che lasciano immaginare un esito non troppo preoccupante relativamente alla vulnerabilità del plesso ma, a seguito della lettura del documento, l’impressione che emerge, è tutt’altro che rassicurante.
Innanzitutto, come già accaduto per altre indagini, risulta una grave carenza di documentazione, tanto che la relazione suggerisce all’amministrazione, affinché possano essere individuate le soluzioni più appropriate per il futuro, di sviluppare una corposa serie di ulteriori indagini e verifiche , tra cui quelle finalizzate a verificare i rapporti delle strutture di fondazione con i terreni, indagini integrative geotecniche e strutturali delle fondazioni, un aggiornamento dell’analisi della risposta sismica locale, saggi sulle condizioni dei solai con riferimento al rischio di “sfondellamenti”, verifica sismica di tutti gli elementi non strutturali (tamponature, impianti, controsoffitti, ecc.), verifiche di resistenza di tutti i nodi trave-pilastro.
Tali ulteriori studi dovrebbero servire all’amministrazione per valutare l’opportunità di un eventuale intervento di miglioramento/adeguamento sismico dell’edificio, atteso che la relazione indica, come già accaduto per gli altri plessi, quale soluzione “ottimale” la realizzazione di un nuovo edificio e, quindi, l’abbattimento dell’attuale. Del resto la stessa amministrazione ha già da tempo optato per la costruzione di una nuova scuola su quell’area, da realizzarsi con le risorse derivanti dall’alienazione della oramai chiusa scuola di via D’Amato.
Di conseguenza va da sé che l’ipotesi di miglioramento/adeguamento è assolutamente da scartare perché difficilmente supererebbe con favore quell’”accurata analisi costi-benefici di tipo comparativo rispetto alla soluzione alternativa rappresentata dalla costruzione di un nuovo edificio scolastico” che viene indicata nella relazione del prof. Callari.
Ma a preoccupare maggiormente, piuttosto che le valutazioni di tipo economico, sono quelle sulla sicurezza dell’edificio. Da quanto riportato nella relazione e dalle verifiche tecniche effettuate, l’edificio, che ovviamente non risponde alle attuali normative essendo stato progettato nel 1978, presenta degli indici di rischio rispetto ai meccanismi di “flesso pressione” e “taglio” tali da non poter garantire il soddisfacimento dei livelli minimi di sicurezza richiesti. Ma l’elenco delle criticità riscontrate è abbastanza corposo: tra queste, vengono evidenziate lesioni diffuse di elementi strutturali, l’irregolarità geometrica , l’ inadeguatezza delle quantità di armatura e dei dettagli costruttivi, la totale assenza di telai trasversali, l’inadeguatezza dei solai ed il rischio, definito “non trascurabile”, di “sfondellamento” dei solai, ovvero il distacco di parte delle pignatte dai solai, con conseguente caduta degli intonaci e delle stesse pignatte, un fenomeno molto pericoloso già verificatosi presso la scuola Montini, solo per un caso fortuito senza gravi conseguenze.
Da questi risultati si evince “l’elevata vulnerabilità del fabbricato”, così come chiaramente riportato nella relazione conclusiva, che potrebbe addirittura aumentare in seguito ad indagini integrative che evidenzino probabili carenze dei dettagli costruttivi nelle aree nodali.
Sorprendono, pertanto, le affermazioni rassicuranti del Sindaco, evidentemente tendenti a sottovalutare un rischio che appare invece tutt’altro che trascurabile. L’amministrazione dovrebbe invece provvedere, senza alcuna esitazione, a rendere partecipi tutti i genitori dei bambini che frequentano il plesso di via Crispi sulle reali condizioni dell’edificio, assumendosi la responsabilità di continuare a mantenerlo in esercizio, se vi sono le condizioni, o adottare soluzioni differenti, ovviamente a seguito di tutte le verifiche tecniche previste e suggerite dal team specialistico che ha condotto lo studio.