Si allunga la lista dei soggetti, politici e non solo, che si schierano con i lavoratori della SEAC nella vertenza che da diverse settimane sta incalzando l’amministrazione comunale. Appare addirittura scontata la difesa di 8 lavoratori che rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro, ma siamo sicuri che abbiamo bisogno di questo? Andiamo con ordine.
La situazione sembra chiara: il Comune cerca di far valere le proprie ragioni sia nei confronti della società che gestisce la mobilità cittadina, sia nei confronti della Regione Molise che ha operato i tagli ai fondi. La responsabilità di questa impasse è, senza dubbio, delle amministrazioni di Campobasso di almeno 20 anni che si sono crogiolate, approfittando di periodi di vacche grasse, eludendo un bando per l’affidamento del servizio e prorogando ogni volta a favore della SEAC.
E’ altrettanto vero, però, che oggi l’impresa deve farsi carico dei disservizi creati negli ultimi tempi, con la pretesa di voler imporre una rimodulazione dei chilometri previsti da contratto che tenga conto esclusivamente delle convenienze aziendali. Dalle numerose riunioni fatte in commissione consiliare “Mobilità” è emerso chiaramente che gli autisti SEAC coprono fasce chilometriche abbondantemente al di sopra della media nazionale, il che fa persino venire il dubbio che i tagli al personale prospettati siano in parte ingiustificati.
Così come non è una novità che al capoluogo regionale vengano riconosciuti dalla Regione finanziamenti fortemente sperequativi rispetto a Termoli. Eppure, si sa, Campobasso garantisce il servizio per un chilometraggio maggiore, con meno autisti, e il terminal svolge una funzione di respiro regionale.
Insomma, quella che appare una discussione sui massimi sistemi, in realtà, è “solo” una questione di soldi e non vorremmo mai che in questa partita c’entrino giochi politici legati alle prossime elezioni regionali. D’altro canto, bisogna essere schietti, coi cittadini e prima ancora coi lavoratori: che idea di trasporto pubblico ha il Comune di Campobasso? Siamo sicuri che con la nuova gestione, a seguito del bando, si potrà garantire la stessa forza lavoro? Oppure stiamo soltanto chiedendo l’elemosina alla Regione per spostare il problema in avanti nel tempo? Di fronte a questi dubbi, non crediamo ci si possa limitare alle pacche sulle spalle.
Entro il 15 ottobre si saprà se alcune corse, stravolte, potranno essere ripristinate, garantendo servizi utili, soprattutto alle contrade e agli studenti. Attendiamo l’esito dell’incontro che è previsto nei prossimi giorni in Regione per verificare se si riuscirà a convincere il Governo regionale dell’assoluta volontà di riformare il servizio, ripensando la viabilità dell’intero hinterland campobassano. Per fare questo, però, serve un altro po’ di tempo e, soprattutto, denaro. La Regione farebbe bene a tirare fuori i soldi e, al contempo, pretendere programmi e tempi certi perché non si pensi all’attuale crisi come a un semplice dubbio assistenzialismo sì/no, piuttosto che al superamento dell’improvvisazione nella gestione del trasporto pubblico locale. Perché, alla luce dell’esperienza, più che di sensibilità il Molise ha bisogno di programmazione, serietà e garanzie.