Nel Consiglio Comunale di ieri, 25 marzo, si è discusso della Guardia Medica di Campobasso.
Come già ci ha abituato la maggioranza di centrodestrasinistra, la mozione proposta dal Polo Civico in merito al decoro e funzionalità della struttura che ospita i servizi di continuità assistenziale è stata bocciata perché, dicono, la Giunta si sta già attivando per risolvere il problema.
E le proposte che sono emerse nella discussione? Saranno prese in considerazione? Non meritiamo di saperlo.
Una maggioranza che non accetta consigli potrebbe perdere l’occasione di adottare provvedimenti che, benché provenienti dall’opposizione, potrebbero districare matasse che da anni non trovano soluzione.
Il MoVimento 5 Stelle, nell’occasione, ha suggerito di incontrare la dirigenza ASREM con una proposta concreta che si sviluppa in due punti:
1) contribuire all’idonea sistemazione della sede della Guardia Medica di via Toscana nelle more di un probabile ritorno nei locali di via Marche;
2) promuovere l’ampliamento della rete territoriale con l’apertura di un’ulteriore sede di G.M. nell’edificio di via Gramsci, concedendo a titolo gratuito quei locali.
Del resto, se per fini sociali questa amministrazione ha ceduto la sede dove oggi insiste “La casa degli angeli”, non vediamo perché per tutelare la salute dei cittadini non si debba prendere in considerazione l’ipotesi di agevolare una scelta di questo tipo da parte dell’ASREM.
Mai come adesso, in una fase di riorganizzazione del sistema sanitario regionale, riuscendo a vincere nelle sedi competenti la battaglia per lo sblocco del turn over o semplicemente riorganizzando i medici che oggi offrono il servizio “Codici bianchi”, potrebbe comunque risultare complicato da parte dell’azienda sanitaria garantire nelle strutture messe a disposizione nella città di Campobasso un servizio adeguato per i cittadini.
Anche perché, se è vero com’è vero che è previsto che il bacino di utenza di una G.M. è di 3500 cittadini per medico, limitarsi a sistemare la sede attuale non sarà sufficiente per soddisfare i circa 30000 cittadini che attualmente si rivolgono ai medici di via Toscana.
Questo segnale di apertura e disponibilità dimostrerebbe che, sebbene il tema non sia proprio di competenza comunale, si può indurre gli organi preposti a decisioni più vicine alle esigenze dei cittadini.
Ci preme aggiungere che troppe volte ci si è riempiti la bocca di voler risolvere il problema del Pronto Soccorso. Questa nostra proposta consentirebbe un maggiore filtro da parte della rete territoriale che assorbirebbe una parte dell’utenza che sempre più si riversa al Cardarelli, soprattutto di notte e spesso impropriamente, perché altrimenti non saprebbe dove altro andare per vedersi riconoscere il proprio diritto alla salute.