Era nato per consentire modesti ampliamenti alle abitazioni, magari per ricavarne una stanza in più, il “Piano Casa” si è trasformato negli anni in uno strumento di devastazione del territorio che oggi ti consente di abbattere un paio di catapecchie e ricostruire, cambiandone la destinazione d’uso, un complesso commerciale in pieno centro, in una zona già satura di supermercati e grande distribuzione.
Tutto questo grazie al governo regionale del Molise che nella nuova legge n. 7/2015, si è ben guardato dal salvaguardare il vincolo di conservazione della destinazione d’uso dei fabbricati da abbattere.
Tant’è vero che la bozza della nuova legge così come licenziata dalla commissione, prevedeva il vincolo della destinazione d’uso originaria, consentendo tutt’al più la variazione in uno affine o complementare, sia per gli “ampliamenti” che per gli “abbattimenti e ricostruzione“.
Con la solita “magia” dell’ultimo minuto, invece, un emendamento by Frattura presentato dal centrosinistra in fase di approvazione della legge in Consiglio Regionale, ha fatto sparire tale vincolo, spalancando così le porte a situazioni come quella di via IV novembre dove il privato costruttore, in maniera legittima, riuscirà ad edificare oltre 1200 mq di superficie, abbattendo tre vecchie case fatiscenti ed abbandonate, modificandone la destinazione da uso “abitativo” a “commerciale”.
Non sorprendono più di tanto quindi le dichiarazioni dell’assessore all’urbanistica Bibiana Chierchia che, allineata alla scuola di pensiero fratturiana, riesce perfino ad intravedere un “bicchiere mezzo pieno” in quest’operazione, prevedendo addirittura uno sviluppo dell’occupazione in città, incurante del fatto che la grande distribuzione sta letteralmente annientando il commercio locale ed impoverendo l’intero tessuto economico cittadino.
E così, come sempre accaduto in passato, vedremo per l’ennesima volta l’amministrazione di turno spartirsi in maniera clientelare la distribuzione di quei pochi posti di lavoro, come sempre precari, sottopagati e mai capaci di generare stabilità ed aspettative credibili nei giovani, mentre da qui a qualche anno, tante attività commerciali locali a conduzione familiare abbasseranno inesorabilmente le saracinesche, lasciando tante famiglie senza lavoro, spesso il frutto di sacrifici di intere generazioni.
Il tutto a vantaggio esclusivo delle grandi multinazionali che quotidianamente, domeniche comprese, continuano a prosciugare stipendi e risparmi dei campobassani e dei molisani tutti, trasferendo fuori regione, se non all’estero, gli incassi degli ipermercati e delle grandi catene del franchising.
E così, secondo loro, ci restituiscono la città……..