Una mattanza senza fine. Ogni angolo di città da ormai quindici giorni è disturbato dal rumore di una motosega che indisturbata abbatte alberi, spesso senza alcuna ragione. Questa mattina è toccato a due splendidi e monumentali cedri in via Principe di Piemonte, vittime anch’essi della psicosi collettiva che dilaga in città e che sta decimando il verde pubblico e privato. Ancora una volta i condomini, nel dubbio ed assaliti dal panico di responsabilità derivanti da possibili incidenti, anziché affidare gli alberi alla cura ed alla manutenzione di mani esperte e persone qualificate, decidono di eliminare le piante, anche quando in assenza di alcun rischio di caduta, in perfetta salute e talmente grandi e belle da diventare patrimonio comune collettivo a prescindere dalla proprietà del suolo su cui insistono. In assenza di un regolamento per la gestione del verde sia pubblico che privato, non è possibile impedire questo scempio, non c’è norma che possa farlo, almeno sul suolo privato. Certamente un’ordinanza sindacale, dopo l’evento dello scorso 5 marzo, avrebbe potuto e dovuto bloccare i tagli, se non giustificati da effettivo rischio ed opportuna documentazione ed attestazione scientifica, ma evidentemente l’amministrazione non ha ritenuto opportuno adottare tale provvedimento, lasciando alla libera iniziativa di chiunque la decimazione del patrimonio botanico cittadino. Tant’è, continuiamo ad assistere impotenti, si salvi chi può.