Nell’ultima commissione Lavori Pubblici l’assessore Pietro Maio ha illustrato il progetto di riqualificazione e adeguamento dello stadio comunale “Selva Piana”. Tutto liscio finché i consiglieri del MoVimento 5 Stelle hanno avuto l’ardire di fare delle osservazioni che hanno inasprito i toni.
L’assessore, riferendosi al Consigliere Praitano, ha detto che le sue erano farneticazioni. Ma cosa avrà mai potuto dire di tanto insensato?
Semplicemente che sembra alquanto strano che il settore Lavori Pubblici del Comune di Campobasso trovi il tempo per la progettazione visto che, come tutti gli altri ambiti, sembrerebbe in affanno rispetto alle questioni ordinarie. Da un lato ci sono i dipendenti pubblici che intascano il 2% dell’appalto come incentivo. Dall’altro c’è l’assessore Maio che si sente tranquillo politicamente perché può sempre dire che questa pratica premia con enormi risparmi rispetto all’affidamento esterno dei progetti che altrimenti costerebbero molto di più.
Semplicemente che sembra alquanto strano che il settore Lavori Pubblici del Comune di Campobasso trovi il tempo per la progettazione visto che, come tutti gli altri ambiti, sembrerebbe in affanno rispetto alle questioni ordinarie. Da un lato ci sono i dipendenti pubblici che intascano il 2% dell’appalto come incentivo. Dall’altro c’è l’assessore Maio che si sente tranquillo politicamente perché può sempre dire che questa pratica premia con enormi risparmi rispetto all’affidamento esterno dei progetti che altrimenti costerebbero molto di più.
Non entriamo nel merito della qualità del lavoro ma, piuttosto, vogliamo evidenziare la filiera amministrativa perfetta che, a nostro avviso, lascia perplessi se poi quando si richiedono interventi celeri per questioni afferenti alla gestione dei lavori pubblici si ottengono risposte tipo “Voi non capite che il pubblico è
diverso dal privato”, “I tempi tecnici sono quelli che sono”, “La burocrazia deve fare il suo corso”.
Quindi succede che, solo per fare un esempio, la scuola materna di via Iezza ospiti, oltre ad altre classi, un gruppo di 12 bambini in uno spazio di una ventina di metri quadri circa nel quale, ovviamente, ci sono anche i banchi, le sedie, i mobili e, sembrerà strano, persino la maestra che con difficoltà svolge quotidianamente il suo lavoro in quelle condizioni. E’ da settembre che è stato sollevato il problema, senza considerare che la “classe” è, di fatto, parte dell’androne dell’edificio ed è aperta nella parte alta per cui ogni ingresso o uscita dalla scuola sottopone i bambini ad escursioni termiche certamente non salutari.
diverso dal privato”, “I tempi tecnici sono quelli che sono”, “La burocrazia deve fare il suo corso”.
Quindi succede che, solo per fare un esempio, la scuola materna di via Iezza ospiti, oltre ad altre classi, un gruppo di 12 bambini in uno spazio di una ventina di metri quadri circa nel quale, ovviamente, ci sono anche i banchi, le sedie, i mobili e, sembrerà strano, persino la maestra che con difficoltà svolge quotidianamente il suo lavoro in quelle condizioni. E’ da settembre che è stato sollevato il problema, senza considerare che la “classe” è, di fatto, parte dell’androne dell’edificio ed è aperta nella parte alta per cui ogni ingresso o uscita dalla scuola sottopone i bambini ad escursioni termiche certamente non salutari.
Però il centrosinistra quando emana bandi per la costruzione di sedi regionali prevede il massimo dello spazio consentito, ovvero 20 mq a dipendente, in modo da poter allargare il più possibile la colata di cemento e giustificare spese più esose per le tasche dei cittadini.
Le accuse di maleducazione o di pretestuosità erano quasi riuscite a convince i consiglieri pentastellati che esistono altri modi per esporre le proprie posizioni. Ma come insegna Papa Francesco il “politically correct” nasconde spesso l’ipocrisia di chi vorrebbe una verità schiava dei propri interessi e davanti a questa politica che prende in giro i cittadini, che nella scala delle priorità mette al primo posto l’adeguamento dello stadio piuttosto che una scuola materna, davanti a questa politica dei sorrisetti e delle buone maniere che però nascondono la totale assenza di coraggio e di volontà di vero cambiamento, il M5S non ci sta.
Le accuse di maleducazione o di pretestuosità erano quasi riuscite a convince i consiglieri pentastellati che esistono altri modi per esporre le proprie posizioni. Ma come insegna Papa Francesco il “politically correct” nasconde spesso l’ipocrisia di chi vorrebbe una verità schiava dei propri interessi e davanti a questa politica che prende in giro i cittadini, che nella scala delle priorità mette al primo posto l’adeguamento dello stadio piuttosto che una scuola materna, davanti a questa politica dei sorrisetti e delle buone maniere che però nascondono la totale assenza di coraggio e di volontà di vero cambiamento, il M5S non ci sta.
Perché il cambiamento non è “finalmente le luminarie natalizie!” ma quei sempre meno garantiti servizi ai cittadini!