Strade cittadine sempre più impraticabili: ma da dove nascono buche ed avvallamenti?
All’osservatore attento non potrà sfuggire che ad ogni buca, o dissesto del fondo stradale, corrisponde sempre il limite di un rattoppo di asfalto o cemento, gettato per riempire uno scavo di quelli che si praticano per il passaggio di condutture di vario genere, in gergo chiamati “sottoservizi”. Opportuno precisare che il più delle volte a scavare sono aziende private (gas, energia, telefonia, ecc…) e pertanto tenute a richiedere un’autorizzazione e sottostare alle prescrizioni dell’amministrazione comunale.
Di norma, al termine dei lavori, tutto dovrebbe essere adeguatamente riempito e ricoperto con nuovo asfalto, non solo per la stretta misura dello scavo, ma almeno per la metà della carreggiata interessata; ciò proprio per evitare il proliferare di piccoli rattoppi che difficilmente “legano” con l’asfalto preesistente, creando inevitabilmente avvallamenti e dissesti.
Indispensabile quindi che gli uffici preposti verifichino puntualmente, a termine dei lavori, che tutto sia stato effettivamente eseguito a regola d’arte, così come previsto dalle prescrizioni che la stessa amministrazione emette all’atto del rilascio delle autorizzazioni.
Ma ciò, evidentemente, a Campobasso non avviene, tanto che appare lampante la consuetudine di ricoprire gli scavi spesso in maniera posticcia e raffazzonata, quasi sempre nella misura minima della sola traccia scavata, spesso compromettendo anche la segnaletica orizzontale preesistente e senza che nessuno se ne accorga o muova alcun rilievo ai soggetti responsabili.
Ciò determina, col trascorrere del tempo ed a seguito dell’assestamento dei materiali, inevitabili sconnessioni, avvallamenti e buche che causano il completo sconquassamento di molte strade cittadine.
Necessario quindi focalizzare l’attenzione sul fenomeno al fine di prevenirlo ed individuare responsabilità ed omissioni; la definizione del regolamento comunale per i sottoservizi, da anni infruttuosamente in discussione presso la preposta commissione consiliare, potrebbe essere la giusta risposta per quanto concerne l’aspetto normativo, mentre una serie di verifiche ed indagini puntuali, anche “retroattive”, potrebbero invece obbligare chi ha manomesso impropriamente il suolo pubblico, a ripristinarlo a regola d’arte.
Con una sequenza di interrogazioni consiliari, da diversi mesi il M5S sta portando all’attenzione degli uffici preposti alcuni dei tantissimi casi di scavi ricoperti in maniera sommaria e che causano un evidente deterioramento delle strade e quindi del patrimonio pubblico; rattoppi nati “provvisori” e diventati definitivi col trascorrere del tempo, grazie ala cronica assenza di controlli e rilievi da parte degli uffici preposti.
Alle interrogazioni consiliari continuano, da mesi, a giungere risposte rassicuranti, con le quali si prende atto degli evidenti illeciti e si informa dell’avvio di procedure di diffida nei confronti dei soggetti inadempienti. Procedure che, almeno fino ad ora, non hanno portato a niente, atteso che dei tanti casi presi in esame, ad eccezione di uno, nessun intervento di ripristino delle strade è stato effettuato.
Sarà quindi necessario continuare a vigilare affinché l’amministrazione eserciti ogni prerogativa in suo possesso, finalizzata al ripristino, oltre che del decoro e della sicurezza delle strade cittadine, anche della preminenza della tutela del patrimonio pubblico rispetto agli interessi, seppur legittimi, delle società private non sempre rispettose dei beni comuni.