Anche il comune di Campobasso, come facilmente prevedibile, approda nell’EGAM, l’ente di governo che avrà il compito di individuare i soggetti che gestiranno il servizio idrico integrato per i comuni della regione Molise, un contenitore vuoto che potrebbe portare a scenari inquietanti già da qui ai prossimi mesi, così come provato da quanto sta già accadendo in molte altre parti d’Italia, dove i grandi colossi “multi utilities” (Iren, Acea, Hera, A2A,….) stanno aggredendo ed inglobando, con finalità di mercato, le società di gestione dei servizi idrici e con esse interi asset strategici ed infrastrutturali pubblici; processi agevolati e favoriti anche dalla legge di stabilità che limita di fatto l’affidamento pubblico delle gestioni e favorisce invece le privatizzazioni incentivando la cessione delle quote pubbliche e consentendo agli enti locali di utilizzare i relativi proventi al di fuori del Patto di stabilità.
L’approvazione della delibera è stata imposta, pena il commissariamento, dalla Giunta Regionale ma per effetto del diabolico piano del governo Renzi che, attraverso lo “sblocca Italia”, ha di fatto creato tutti i presupposti per spianare la strada al ritorno della privatizzazione dell’acqua, nel totale disprezzo del voto di 27 milioni di italiani al referendum del 2011, che con oltre il 95 % di “SI” speravano di aver messo per sempre una pietra tombale sulla privatizzazione del più sacro dei beni comuni: l’acqua.
Il decreto Sblocca Italia, in particolare con l’art. 7 che modifica in molti punti il Testo Unico Ambientale (D.Lgs. 152/2006), è un vero e proprio attentato alla salute dei cittadini e all’ambiente; oltre al tema del servizio idrico vanno infatti ricordate anche le scellerate politiche che favoriscono l’incenerimento dei rifiuti, in contrapposizione alle gestioni virtuose che richiederebbero un incremento della raccolta differenziata , e la forte spinta alla ricerca di idrocarburi che porteranno, in particolare nel mare adriatico e quindi anche sulla nostra costa, all’insediamento di nuovi impianti di trivellazioni, con tutte le devastanti ricadute per l’ambiente marino.
Ecco perchè vogliamo sottolineare la forte responsabilità politica del partito democratico, artefice in parlamento di questo scempio normativo, e l’ipocrisia con la quale i propri esponenti nei territori, dalle regioni ai comuni, con false dichiarazioni di facciata tentano di smarcarsi dalla linea politica del proprio partito, ma senza mai negargli il sostegno. Proprio per questo, durante la seduta consiliare abbiamo chiesto la sospensione ed il rinvio della discussione in una seduta monotematica alla presenza del governatore Frattura e dell’assessore Nagni, in rappresentanza della regione, ma soprattutto della delegazione parlamentare molisana che ha sostenuto in parlamento il decreto sblocca Italia. Situazione evidentemente troppo imbarazzante per la coalizione di Battista che ovviamente ha bocciato la nostra richiesta, preferendo liquidare in giornata la pratica EGAM, con la lavata di faccia di un ordine del giorno patetico con il quale si richiamano i principi referendari dl 2011, calpestati però dalla stessa delibera contestualmente approvata.
Bocciato invece anche il nostro ordine del giorno, decisamente più concreto, con il quale, oltre a ribadire i principi della proprietà e della gestione pubblica del servizio idrico, si intendeva dare mandato al Sindaco di Campobasso quale rappresentante di “peso” in seno all ’EGAM, ad adottare, con spirito di “massa critica” e quindi unitamente ad altri sindaci che condividono tali principi, forme di gestione totalmente pubblica del servizio idrico, senza rinunciare alle necessarie azioni, politiche, amministrative e giuridiche, mirate a modificare le normative e scongiurare il rischio di privatizzazione che oggi incombe sulla gestione del servizio idrico. Rigettata anche la nostra proposta di indirizzare la modulazione delle tariffe secondo il principio solidaristico dell’accesso all’acqua, prevedendo la gratuità di 50 litri pro capite giornalieri.
Ancora una volta l’amministrazione Battista si è dimostrata priva di slancio e coraggio, piegata agli ordini delle scuderie dei partiti ed infarcita di quell’ipocrisia che caratterizza oramai i governi e le amministrazioni targate Partito Democratico, sempre più asservite a lobby e comitati d’affari, sempre più distante dalla società e dai cittadini.