Il problema delle scuole e della loro sicurezza ci vede impegnati sin dalla prima ora.
Giá in campagna elettorale denunciammo la politica dell’allora amministrazione Di Bartolomeo, una politica dai molteplici interventi a pioggia su tutte le strutture senza mai raggiungere l’obiettivo di una scuola sicura al 100 %. Anzi, il risultato è stato anche peggiore, posto che per alcuni plessi scolastici – via Crispi e via d’Amato tanto per citare i più attuali – abbiamo letteralmente bruciato risorse disponendone l’abbattimento. Scelta giusta che tuttavia certifica l’incapacità della politica di avere lucida lungimiranza.
Ma oggi la situazione può dirsi mutata? Niente affatto.
L’attuale caso di “via Leopardi”, ultimo in ordine cronologico, certifica l’inadeguatezza delle risposte che l’attuale sindaco ed il suo assessore Maio hanno dato sulla questione, anzi, lasciano basiti per tempismo e trasparenza.
Il tempismo.
Speedy Gonzales Pietro Maio si affretta con il dire che si sta procedendo ad affidare a professionisti la valutazione sulla vita residua dell’edificio. Peccato che sia arrivato tardi di due anni; due anni persi per valutare se ulteriori 900.000 euro circa possano rendere adeguata sismicamente la scuola, una tra le più grandi dell’intera città. Due anni persi quando, se avessero voluto, oggi la scuola sarebbe stata completata senza sospensioni delle attività didattiche, ma con lavori relativamente brevi eseguiti nel corso delle vacanze estive. Ed invece, nulla di nulla.
La trasparenza.
Già, il presunto cavallo di battaglia di questa giunta comunale! Per fornire tutta la documentazione possibile ai genitori degli alunni di questa scuola, ha impiegato tempi biblici, fornendo, poi, risposte incerte o parziali. Ma veniamo all’aspetto più politico e certamente meno limpido.
Abbiamo presentato una interpellanza per conoscere i motivi per i quali, questa Amministrazione, ha deciso di stralciare la scuola di “via Leopardi” tra le opere pubbliche oggetto di interventi per il prossimo triennio; in particolare, abbiamo chiesto di conoscere il motivo per il quale la deliberazione di giunta comunale n. 183 del 21.08.2013 ed il relativo importo di € 1.360.000 non risulti più oggetto di programmazione. In attesa della risposta, è facile giungere ad una conclusione, che poi urta con le dichiarazioni di questi giorni sul citato affidamento professionale per valutare la vita residua dell’edificio, ammesso che serva. Se l’amministrazione comunale ha eliminato “via Leopardi” è perché non ritiene di dover intervenire e non ritiene di doverlo fare perché: la scuola era già considerata sicura? O forse perché, al contrario, non la si ritiene tale e si sta pensando di abbattere anche questa? Come la si voglia interpretare, un fatto è certo: si è perso tempo prezioso e lo si è fatto ignorando la situazione. Da chi, poi? Da quelle stesse persone che avrebbero dovuto conoscere a menadito lo stato dell’arte visto che sia l’attuale sindaco, che l’assessore Maio, siedono a palazzo San Giorgio da un ventennio!
La situazione sicurezza è grave e di non facile soluzione. Il problema è diffuso e lo certificano i recenti dati fornitici in seguito ad una nostra formale interrogazione. Non è facile, poi, per via della cronica carenza di risorse ma a questo punto bisogna avere coraggio ed essere terribilmente pragmatici. Ora via Leopardi, domani via Roma e così via!
Se il tema vuole essere preso di petto, forse è giunto il momento di pensare a manovre di indebitamento: la capacità finanziaria del Comune è tale per cui potremmo accendere mutui erogati da Cassa Depositi e Prestiti. Un mutuo di nobile scopo e non certo per spese improduttive, tra l’altro sganciato dai rigidi vincoli di spesa imposti dalla finanza pubblica; un mutuo, inoltre, “garantito” dai fondi C.I.P.E. oggetto di rimodulazione, fondi per i quali Sindaco ed Assessore hanno garantito il buon esito dell’operazione.
Quella dei fondi C.I.P.E. è una partita ancora aperta ed intorno alla quale ruotano tutti gli interventi promessi, almeno sulla carta, per la sicurezza dell’edilizia scolastica. Infatti, si tratta di un importo di circa 10.000.000,00 di euro, previsti per la mobilità urbana per i quali l’allora sindaco Di Bartolomeo chiese al ministero di rimodularli in favore dell’edilizia scolastica, ma i tempi biblici della burocrazia ministeriale ed i dubbi sulla fattibilità tecnico amministrativa, hanno lasciato le casse del comune, vuote nella sostanza e piene soltanto nella forma. Ed allora, in attesa di ricevere questa fondamentale iniezione di denaro, siamo dell’idea che le risposte servano e servano immediate, perché il terremoto non aspetta e la sicurezza non può più aspettare.