Il braccio di ferro tra le diverse anime della maggioranza ed in particolare del Partito Democratico, ha di fatto congelato l’intera attività del Consiglio Comunale e delle commissioni, ferme oramai dallo scorso 22 maggio in attesa della prevista rimodulazione a seguito dell’entrata in vigore del nuovo regolamento.
Entro il giorno 27 dello scorso mese, tutti i gruppi consiliari avrebbero dovuto presentare, così come più volte richiesto e sollecitato dall’ufficio di presidenza, l’elenco dei consiglieri designati alle varie commissioni, in misura proporzionale alla rappresentanza consiliare. Un termine perentorio rispettato soltanto dalle minoranze ma non dai partiti della sconquassata maggioranza di sinistracentrodestra che evidentemente non riescono a trovare la quadra per la “spartizione” dei posti disponibili.
E’ opportuno ricordare che la riduzione delle commissioni ha determinato anche la riduzione delle componenze da 96 a 72 (45 posti per la maggioranza, 27 per le minoranze), una “coperta” che si è dunque accorciata e che evidentemente non soddisfa adeguatamente le ambizioni e le aspettative di tutti.
Facile immaginare che il Partito Democratico abbia richiesto ai gruppi minori, ed in particolar modo a quelli composti da un solo consigliere, la rinuncia alle componenze “effettive” (potendo quest’ultimi comunque partecipare di diritto ai lavori delle commissioni in qualità di Capigruppo) per lasciare maggiore possibilità di frequentare le sedute, e spartire presenze e gettoni, da parte dei “piddini”.
Altrettanto scontato immaginare la legittima “resistenza” dei partiti minori della mega coalizione, non certo disposti a perdere voce in capitolo rispetto al Partito Democratico, sempre più “fratturato” dalle diverse anime e correnti che ricalcano le ben più note spaccature sia nazionali che regionali, con le faide contrapposte, i “rutiani” ed i “fratturiani”, che probabilmente culmineranno con qualche ribaltone anche nel gruppo consiliare di Campobasso.
Ne consegue che un intero consiglio rimane ostaggio dei capricci di una maggioranza sempre più irresponsabile che antepone il gioco del più testardo alle tante criticità della città, con gli organi politici fermi al palo e costretti ad aspettare la pietosa spartizione dei pani e dei pesci dei seguaci di Renzi.
Non rispettare i fin troppo comodi termini dettati dal presidente Iafigliola, rappresenta una grave mancanza di rispetto verso l’istituzione del Consiglio Comunale, ed è un gravissimo atto di arroganza e prevaricazione da parte del Partito Democratico nei confronti di tutti gli altri gruppi consiliari, ai quali non sarebbe mai stato consentito un tale ritardo ed un così sfacciato menefreghismo nei confronti di scadenze improrogabili e regolamenti perentori.