Le notizie lette ed ascoltate in queste ore raccontano di una seduta fiume nel corso della quale è stato approvato il bilancio di previsione 2016 del Comune di Campobasso.
Tutto vero! Tuttavia, ci sentiamo in obbligo di fornire i dettagli delle quasi 28 ore no-stop perché, come si dice, è in quelli che si nasconde il diavolo. Innanzitutto, come ogni volta, il bilancio di previsione è approdato in ritardo in Consiglio comunale, non prima che giungesse l’ennesima nota prefettizia proprio per sollecitare il Comune. Nella missiva diretta a tutti i consiglieri c’erano una diffida e una precisazione: se non fosse stato approvato il bilancio entro il termine di 20 giorni il Consiglio sarebbe stato commissariato. Corri corri, altrimenti tutti a casa! Ecco, quindi, che l’assemblea viene convocata per il giorno 9 giugno. Il problema è che Battista non aveva fatto i conti con la sua maggioranza. Infatti, giovedì scorso il Consiglio non si è potuto aprire perché all’appello hanno risposto solo 16 consiglieri e la seduta, per essere valida in prima convocazione, deve essere presieduta da almeno 17 persone. Nulla di fatto, bisogna rimandare al giorno 13.
Lunedì mattina, siamo tutti pronti ad affrontare una giornata che è riconosciuta come la più importante di un’Amministrazione comunale. Si comincia alle ore 8.30. Ci sono due argomenti all’ordine del giorno anziché solo il bilancio perché è arrivato dalla maggioranza un emendamento che ha sorpreso non poco l’opposizione: l’area dove insiste oggi la scuola di via D’Amato sarà messa in vendita. La discussione, tra interventi, emendamenti degli emendamenti e pregiudiziali, si protrae per molte ore, fino a tardo pomeriggio. Il MoVimento 5 Stelle ha manifestato il proprio stupore visto che fino a ieri quella scuola sembrava fosse utile e sicura. Si sono espressi tutti i dubbi in merito al destino della popolazione studentesca interessata e poi, ci si è resi disposti ad un confronto circa la possibilità di dismettere l’area a favore di un intervento privato per la riqualificazione del quartiere, purché si riveda, considerevolmente, la valutazione dell’operazione che in bilancio è stata quantificata in € 1.840.000. Una sciocchezza rispetto alle potenzialità degli interventi edilizi possibili. In ogni caso, non è affatto piaciuto il blitz di chi avrebbe dovuto portare l’argomento nelle commissioni consiliari per consentire un dibattito serio e articolato, anche perché stiamo parlando di una zona centralissima e molto appetibile dal punto di vista immobiliare e che ha ancora in sospeso la questione del vecchio supermercato attiguo alla scuola.
Alle 19 e 30 circa, finita la predetta discussione, un consigliere di maggioranza propone al Consiglio di prolungare la seduta a oltranza per non rischiare un eventuale commissariamento nel caso in cui non avessimo approvato il bilancio entro i termini che sarebbero scaduti alle 24 del giorno successivo.
Peccato che lor signori non si sono degnati di concordare la decisione con l’opposizione, anche e soprattutto perché, storicamente, è la minoranza che regge la discussione sul bilancio. Alla sedicente sinistra locale poco è importato il parere dei colleghi, perché si è trattato semplicemente di arrivare al voto quanto prima per togliersi il pensiero e non rischiare la poltrona. Al diavolo la discussione, la qualità del dibattito. E la democrazia. Sì, anche quella visto che alle 5.30 del mattino, per accorciare i tempi e andare a riposare, la squadra di Battista si è appellata all’articolo 17 del regolamento del Consiglio comunale per interrompere la discussione di alcuni ordini del giorno arrivati al tavolo della Presidenza. In poche parole, con comportamento di boldriniana memoria, si è trattato di applicare la cosiddetta tagliola per zittire l’opposizione. Inutili e infantili le motivazioni ascoltate in aula per giustificare un atto di cui nessun consigliere di Campobasso ha memoria. Eppure sarebbe bastato accordarsi con la minoranza per addivenire ad una soluzione condivisa per gestire i lavori e arrivare al voto entro i termini previsti. Ma la pseudo sinistra che governa in Italia oggi preferisce atti arroganti e superbi piuttosto che il dialogo. Quello che è successo dopo si può ben immaginare quando, per usare un eufemismo, ci si è un attimino “adirati”, al punto che il Presidente è stato costretto a sospendere la seduta. Alla fine il confronto c’è stato e nella pausa si è raggiunto un accordo per garantire il prosieguo dei lavori. L’impegno del MoVimento 5 Stelle in questa due giorni è agli atti, così come le discussioni che faranno regolarmente parte del verbale che verrà redatto. Quello che nessuno potrà riscontrare e provare è la sensazione triste di chi ha assistito a questa che è forse una delle pagine più brutte del Consiglio comunale di Campobasso. I consiglieri del movimento credono di meritare rispetto. La città di Campobasso merita rispetto. E se una maggioranza politica decide di imporre i tempi e i luoghi per lo scontro, la prossima volta si assicuri di avere persone in grado di rimanere sveglie e attente, piuttosto che piegate dal sonno sugli scranni o intente a guardare la partita dell’Italia, magari mentre si brandisce un pezzo di pizza. Siamo tutti umani e segni di debolezza sono tanto normali quanto concessi, ma se l’inno nazionale apre le sedute qualche consigliere dovrebbe chiedersi il perché.
Il bilancio che non abbiamo votato? Niente di nuovo, solo tanti buoni propositi. Non si teme di sbagliare affermando che, se la Prefettura ci avesse commissariato, probabilmente la città non se ne sarebbe accorta, perché per governare ci vuole coraggio e le scelte finora adottate sono state poco più che atti di ordinaria amministrazione. Un avvertimento a Battista: caro sindaco, è vero che 16 persone hanno votato il suo bilancio ma è altrettanto vero che 2 di quelle aspettano un assessorato e il Consiglio conta 32 componenti. Ci rifletta!