Forse non tutti sanno, ad eccezione di tutti gli organi ed autorità preposte che invece lo sanno benissimo, che in Contrada San Giovanni in Golfo a Campobasso, a cavallo tra la tangenziale est e la collina di San Giovannello, vi sono alcuni capannoni, in passato utilizzati per allevamenti animali, con coperture a lastre in cemento/amianto (eternit).
La questione è al centro di una lunga trafila amministrativa che vede interessata l’Amministrazione Comunale, l’ARPAM, la (ex) Forestale, e l’ASREM, oltre naturalmente ai proprietari degli immobili. Le ultima relazione tecnica, effettuata da tecnici ARPA nel 2014 (anche se le prime risalgono al 2005), confermava la presenza del materiale pericoloso, attestando però un rischio “in misura ridotta” per la salute in quanto i pannelli si presentavano “compatti”, non disponendone quindi la rimozione totale ma solo un intervento di bonifica tramite l’incapsulamento dei materiali, come da disposizioni ministeriali. Con lo stesso documento (prot. 6736 dell’8/09/2014 di ARPA Molise) si diffidava la proprietà a sostituire i pannelli lesionati e spezzati, nonché a rimuovere, per mezzo di ditta specializzata, quelli presenti a terra presso il sito, unitamente a tutti i frammenti di lastre rinvenuti a terra.
Solo nel 2016, come da documentazione acquisita dagli uffici comunali, è stato effettuata la rimozione di soli 850 chilogrammi di materiale, mentre la messa in sicurezza di tutte le restanti lastre non è mai stata attuata, tant’è che la situazione odierna risulta quantomeno drammatica, a dimostrazione che quel rischio ritenuto “in misura ridotta” date lo stato “compatto” del materiale è stato, molto probabilmente, sottostimato.
Da un sopralluogo effettuato qualche giorno fa sul sito si evince infatti che tutta l’area è disseminata di eternit frantumato, anche in porzioni piccolissime ed estremamente volatili, intere porzioni di copertura dei capannoni sono volate a terra disintegrandosi, mentre intere porzioni di pannelli risultano essere sgretolate dal passaggio di automezzi. Il tutto a pochissimi metri dalla tangenziale, dalle civili abitazioni della zona, ma soprattutto a breve distanza dalla zona nord della città, dove peraltro insistono strutture sensibili come la casa dello studente (sede di scuola elementare), distante solo qualche centinaio di metri in linea d’aria dal sito.
Superfluo ricordare che il rischio principale derivante dalla presenza di eternit è proprio legato all’estrema volatilità delle fibre di amianto di cui è costituito.
Alla luce della gravissima situazione riscontrata, all’attenzione delle autorità preposte sin dal 2005, si invitano tutti gli organi deputati ad intervenire immediatamente affinché ogni potenziale rischio per la salute pubblica derivante dalla massiccia presenza di amianto presso il sito venga rimosso nella massima sicurezza e nel rigoroso rispetto delle vigenti normative in materia.
L’argomento tornerà nuovamente all’attenzione del prossimo consiglio comunale con un’ennesima interpellanza del Movimento 5 Stelle alla quale il sindaco dovrà rispondere per quale motivo il dirigente del settore ha negato l’esistenza del problema e la presenza di amianto presso il sito, nonostante l’amministrazione ne fosse perfettamente a conoscenza da almeno dieci anni.