Panico tra gli organizzatori del Papa Molise Tour per la presenza dei murales sul lungo muro della curva dell’ex Romagnoli (dove sono l’unica cosa bella da vedere…). Non si sa chi, ma qualcuno ha deciso che dovranno essere oscurati, forse con dei teli, ma c’è da giurarci che qualcuno sarebbe anche pronto a far imbiancare il tutto per restituire candore e purezza al luogo della celebrazione della messa.
Gli steccati che questo Papa ha dimostrato di superare, nel bigotto Molise resisteranno ancora a lungo. Accogliere il Papa nel centro città significa fargli conoscere la città così com’è, non serve costruire scenografie o nascondere la polvere sotto i tappeti o peggio abbattere alberi per fargli una passerella privilegiata a due passi dall’università.
Questi atteggiamenti dimostrano quanto ancora deve lavorare Papa Francesco per innovare chiesa ed istituzioni e riconvertirle ai principi dell’Essere piuttosto che a quelli dell’apparire.
I murales in questione sono, tra l’altro, ben fatti, non affatto abusivi poiché realizzati nell’ambito di progetti di riqualificazione urbana ed integrati nel contesto del luogo, che piaccia o no, ma tant’è.
Se l’area è degradata da trent’anni, non è certo colpa dei murales e non basterà nè un secchio di vernice né un telone per mascherare la pluridecennale inefficienza delle amministrazioni campobassane e molisane.
Coprire i murales, che certamente sarebbero apprezzati dal Papa, sarà l’ennesima dimostrazione di provincialismo e pressappochismo tutto molisano, del resto lo scempio dei platani sradicati all’università con il benestare del vaticano, del vescovo, del rettore e delle istituzioni, la dice lunga…
Chiamano il Papa più “populista” della storia e gli fanno vedere un teatrino completamente diverso dalla realtà, eliporti fasulli, scenografie fasulle, istituzioni fasulle e persino rappresentanti del popolo fasulli, come nel caso dell’agricoltore che non ha mai imbracciato una zappa.
Se Papa Bergoglio sapesse tutto ciò, verrebbe ancora a trovarci?