Nelle sedute di Consiglio comunale del 31 marzo e 5 aprile ci è stata data l’opportunità, grazie ad una richiesta di consiglio monotematico da parte delle minoranze, di illustrare al Consiglio stesso, ma soprattutto alla cittadinanza, le attività poste in essere dal Comune di Campobasso nell’ambito dei bandi del PNRR.
Abbiamo avuto modo di illustrare le singole proposte analizzandole nel dettaglio a partire dalle delibere di approvazione di ciascun progetto. Il totale dei finanziamenti richiesti ammonta a circa 66 milioni di euro per progetti che vanno dalla raccolta differenziata alla depurazione dei fanghi, dal restauro di giardini storici come Villa de Capoa all’efficientamento di cinema e teatri quali l’Alphaville, dalle strutture sportive ai servizi educativi al supporto alle famiglie e tanto altro ancora.
Proprio nell’ambito della programmazione del PNRR ad oggi l’Amministrazione Gravina si è già aggiudicata 18,5 milioni di euro per un progetto di rigenerazione urbana e 15 milioni per il progetto sulla qualità dell’abitare per un totale di 33,5 milioni di euro che andranno a migliorare la qualità della vita nelle aree periferiche cittadine (Quartiere Colle dell’Orso, Quartiere San Giovanni, Cimitero, Quartiere Sant’Antonio abate interessando anche l’edilizia popolare).
Gli sforzi messi in campo e i primi risultati già ottenuti sono a nostro avviso un segnale concreto e tangibile del buon lavoro che l’Amministrazione comunale di Campobasso sta portando avanti insieme agli uffici comunali e agli stakeholder coinvolti; eppure qualcosa ci sfugge se proprio durante le sedute di consiglio, richieste dai consiglieri di minoranza, gli interventi e i documenti da loro proposti si sono concentrati su temi che poco hanno a che fare con PNRR e la ripartenza.
Senza nulla togliere alle questioni portate in aula davvero non riusciamo a comprendere in che modo la sostituzione del contatore della corrente elettrica di Piazzetta Palombo, la messa a dimora di piante e fiori a corso bucci, l’affido dei minori alle persone single possano essere inseriti nel piano nazionale di ripresa e resilienza.
In questi tre anni di pandemia l’opposizione di Palazzo San Giorgio invece di stringersi da veri amministratori intorno al Sindaco per il bene della città e dei suoi cittadini, contribuendo fattivamente e non solo con finti slogan, non perde occasione per alzare i toni e per fare ostruzionismo. Proprio durante la discussione delle loro proposte infatti hanno provato più volte a far cadere il numero legale per chiudere il consiglio: forse neanche loro erano convinti di quello che dicevano?
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