Molti ricorderanno il travaglio con il quale ha visto la luce la nuova scuola in via S. Antonio dei Lazzari, inaugurata appena due anni fa, nel settembre 2016 dopo una lunga serie di vicissitudini, ritardi, sospensioni dei lavori e alcune variazioni in corso d’opera del progetto. Tra queste, occorre ricordare la perizia di variante con la quale l’edificio è stato dotato di un impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica, così come previsto dalle vigenti normative, stranamente disattese nella prima stesura del progetto.
La perizia determinò, oltre che un allungamento dei tempi di realizzazione dell’edificio, anche un importante aumento dei costi; l’importo della perizia suppletiva è stato infatti di quasi 65.000 euro, di cui circa 38.000 per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, della potenza di oltre 15 KW, installato e consegnato a regola d’arte, ma misteriosamente mai entrato in funzione, con centraline, inverter, contatori ed altri dispositivi tecnici, che sono rimasti sigillati, incellofanati, mai attivati e collegati alla rete.
Eppure sono passati due interi anni scolastici e di energia rinnovabile quell’impianto, regolarmente collaudato e quindi perfettamente funzionate, ne avrebbe potuta produrre in grande quantità, sia per alimentare i consumi della stessa scuola, sia da reimmettere nella rete, beneficiando delle formule incentivanti e apportando anche discreti benefici economici alle casse comunali, senza considerare gli apporti in natura ambientale con la riduzione delle emissioni di Co2.
Invece quei pannelli, oggi perfettamente inutili, risultano essere solo un clamoroso sperpero di pubblico denaro, con la sper anza che la stessa sorte non sia toccata anche all’impianto della scuola “gemella” di via Berlinguer, realizzata contestualmente con identici criteri, identiche varianti, identico costruttore; speriamo non con l’identico spreco, ma c’è poco da essere ottimisti…..
L’amministrazione comunale si adoperi per attivare con immediatezza gli impianti, verificando al tempo stesso le responsabilità del grave disservizio, anche al fine di accertare eventuali danni erariali a discapito della collettività.