Fin dall’inizio del mandato, prendendo a cuore le sorti dell’ex cinema teatro Ariston, il MoVimento 5 Stelle si è dedicato ad azioni consiliari e accessi agli atti che avessero come obiettivo far emergere la verità. Al contempo, si è cercato di incalzare l’Amministrazione affinché prendesse posizione ufficiale, preferibilmente adottando le iniziative necessarie al recupero dell’edificio per scopi culturali. Quello a cui abbiamo assistito, però, è il solito andazzo che la politica ci ha oramai abituati a sopportare, ovvero proclami e manifestazioni d’interesse che sono serviti soltanto ad arricchire pagine di giornali e comizi. Perché rispetto all’Ariston, va detto, non esiste un documento, un atto, un progetto, niente! C’è soltanto un’idea che come un disco rotto ha annoiato sia chi è interessato a conservare l’immagine storica e romantica dell’Ariston, sia chi ritiene non prioritario il recupero considerando più opportuno che i proprietari esercitino i propri diritti.
A che punto siamo? Invitiamo i lettori alla lettura degli articoli precedenti (1, 2, 3) per ricostruire la storia degli ultimi due anni e oltre. Intanto, ricordiamo che entro metà mese di novembre il Comune avrà la possibilità di fare ricorso al Consiglio di Stato per cercare di cambiare il giudizio che l’aveva visto perdente al TAR. Allo scopo la giunta ha deliberato perché un avvocato esterno studi il caso e difenda l’ente dinanzi al giudice amministrativo, a Roma.
Nonostante si ritenga doveroso ricorrere in modo da definire se davvero la struttura comunale abbia agito in maniera così maldestra come il TAR ha evidenziato oppure abbia operato correttamente, ciò che, a nostro avviso, va precisato è che l’esito del ricorso non diraderà la nebbia che avvolge la questione.
Quale futuro si prospetta davvero?
Sulla scorta di queste considerazioni, lunedì 31 ottobre, abbiamo portato in aula consiliare la discussione desiderosi di raccogliere garanzie da parte dell’assessore all’urbanistica, Bibiana Chierchia. Speravamo ci fornisse, finalmente, qualche documento che attestasse il reale impegno per la ricerca dei fondi necessari all’eventuale acquisto, ristrutturazione e gestione del cinema-teatro. Auspicavamo che ci stupisse srotolando una tavola da cui spiccasse un progetto di riqualificazione, magari esteso anche all’area circostante. E invece nulla!
La mozione preparata per l’occasione non prevedeva il voto proprio perché avremmo voluto condividere con la maggioranza una soluzione che costituisse un atto di indirizzo per il sindaco e la sua giunta ma dalla seduta non è scaturito quello che ci sarebbe piaciuto. Si è palesato ancora una volta che siamo di fronte ad una battaglia ideologica utile a non perdere il consenso di tutti quelli che credono nel recupero dell’originario utilizzo dell’Ariston.
Sono oramai trascorsi all’incirca 10 anni da quando si cominciò a trattare con i proprietari per l’acquisto e la successiva ristrutturazione dell’edificio ma fino ad oggi nessuno ha mai messo nero su bianco una proposta, dimostrando di essere realmente interessato. Verrebbe da dire che l’Ariston è un po’ come la “sora Camilla che tutti la vogliono e nessuno se la piglia”! Assessori, sindaci e rappresentanti regionali: una folta schiera di pretendenti che alla prova dei fatti si è rivelata inconcludente.
Ecco, di fronte a questo scenario fatto di parole vuote e zero provvedimenti, senza nessuna garanzia, né tantomeno progetti, durante la discussione abbiamo presentato un ordine del giorno che mettesse un punto sull’ennesima vicenda irrisolta della nostra città.
Se al Consiglio di Stato il Comune avrà la peggio ci sarà poco da discutere. Tuttavia, se anche il giudizio fosse favorevole rimarrebbe la grossa incognita sul da farsi ed è per questo che si è chiesto al consiglio di esprimersi affinché si abbandonasse l’idea di recupero dell’Ariston qualora, dopo che il Tribunale si sia espresso, non fossero state individuate risorse finanziarie extra comunali per l’operazione. Oggi è impensabile, dal nostro punto di vista, alla luce delle tante priorità con cui la città deve fare i conti investire milioni e milioni di euro di risorse comunali (che comunque non ci sono) per questa idea che, seppur condivisibile, non riteniamo sia alla nostra portata. A tutti i consiglieri di maggioranza è stato proposto, in alternativa, di produrre un proprio documento in cui si dichiarasse politicamente corretto perseguire l’obiettivo anche attraverso risorse del Comune di Campobasso e, se del caso, ricorrendo all’indebitamento. Del resto, se davvero è così strategico come l’assessore ci ha tenuto a ribadire forse sarebbe il caso di dimostrarlo. L’imbarazzo era palpabile! Con una manovra da contorsionisti la maggioranza, non compatta, ha votato negativamente il nostro documento e, ovviamente, di assumersi la responsabilità di indebitare l’ente per recuperare l’Ariston non se n’è proprio parlato.
Morale della favola, siamo alle solite: situazioni che si trascinano per decenni perché nessuno si prende la briga di dare risposte definitive. Perché avere due piedi in una scarpa è comodo: nell’immobilismo generale, al cittadino resterà sempre il dubbio di chi sia la responsabilità, se della burocrazia o della politica. Noi, invece, a riguardo dubbi non ne abbiamo più.