Il Movimento 5 Stelle sta affrontando la questione della sicurezza degli edifici scolastici oramai da diversi mesi e ben prima che gli eventi sismici di questi giorni riportassero a galla la delicata situazione delle scuole di Campobasso, così come di gran parte della regione. I risultati degli studi effettuati in passato sulla vulnerabilità sismica dimostrano che è difficile individuare tra gli edifici più datati, un plesso scolastico capace di offrire garanzie di tenuta in caso di evento di un certo rilievo; tale situazione risulta oltremodo aggravata dalla carenza di certificazioni e documentazione capaci di dare risposte e tranquillità ai genitori che, in presenza di preoccupanti segnali come quelli che stiamo vivendo, manifestano legittima e comprensibile preoccupazione. E’ l’impietoso risultato di decenni di fallimenti politici e di assoluta mancanza di programmazione, nonché della pessima gestione delle risorse di cui la Regione Molise ha beneficiato negli anni scorsi a seguito del sisma del 2002.
Oramai è innegabile che la sicurezza degli edifici scolastici rappresenta la priorità assoluta per il settore delle opere pubbliche, equiparabile solo a quella delle strutture sanitarie ; e se è vero che di priorità assoluta si tratta, ciò deve spingere governanti ed amministratori ad affrontare il problema di petto, senza rincorrere le emergenze in maniera disordinata e spesso non risolutiva. Nulla può venire prima della sicurezza di migliaia di bambini, non c’è sede regionale, sottopasso, terminal, tangenziale, manto stradale, marciapiede o parcheggio che tenga.
C’è quindi bisogno di una vera e propria svolta epocale, determinazioni politiche ed amministrative che riconoscano questa indiscutibile priorità e facciano si che ogni risorsa economica (Riprogrammazione delle risorse FAS, Fondi Ministeriali, risorse Regionali e Comunali) vada nella direzione di affrontare e risolvere il problema della sicurezza delle scuole, definendo, quale necessario punto di partenza, il preciso ordine delle priorità attraverso una dettagliata stesura dell’ anagrafe dell’edilizia scolastica sia comunale che regionale.
Siamo certi che l’intera collettività approverebbe anche una vera e propria “moratoria” di ogni spesa pubblica, magari coadiuvata da una “tassa di scopo” o altre forme di finanziamento dal basso (5xmille, bollo auto, ecc..) a favore di un piano comunale e regionale per la sicurezza delle scuole che rimoduli quei piani pluriennali delle opere pubbliche che troppo spesso restano solo “libri dei sogni” o delle pietose liste di opere incompiute accompagnata da indicibili sperperi di denaro pubblico.
In tutto ciò appare però indispensabile coinvolgere le competenti strutture ministeriali al fine di reperire il grosso delle risorse finanziarie necessarie, un’operazione certamente non facile ma che deve vedere il governatore della Regione ed il Sindaco di Campobasso in prima linea, adottare ogni provvedimento utile in tal senso, anche valutando la possibilità di richiedere uno stato di calamità “preventivo”, alla luce dell’innegabile gravità della situazione.
E se appare evidente che non si possono chiudere tutte le scuole non perfettamente in regola con le severe normative in vigore, assolutamente si possono e si devono risolvere progressivamente, in tempi certi e rapidi, le situazioni più critiche, dirottando ogni risorsa per l’abbattimento e la ricostruzione delle scuole insicure, per rinnovare il parco scuole con edifici concepiti con le più moderne tecniche, magari con strutture in legno e bioedilizia e con i massimi livelli di efficienza energetica, in linea con i modelli funzionali richiesti per le scuole moderne e capaci di favorire al meglio lo sviluppo dei percorsi didattici dei bambini, proprio come avviene in molte zone d’Italia dove scuole modernissime vengono costruite anche in meno di 100 giorni e con altissimi standard qualitativi. Gli esempi virtuosi sono innumerevoli e ben diversi da quelli “nostrani” dove abbiamo scuole in costruzione (Via Berlinguer e via S.Antonio dei Lazzari) che hanno manifestato non poche criticità già in fase progettuale, come peraltro rimarcato anche dai competenti ordini professionali.
Proprio partendo dalle due costruende scuole, opportunamente adeguate, bisogna ripartire con la massima celerità, sbloccando le risorse necessarie per completarle nei prossimi mesi per far si che il prossimo anno possano già ospitare gli alunni di via Crispi, via D’amato o altri plessi che dovessero presentare maggiori criticità. Ma non basta: realizzare una struttura “polmone” su moduli provvisori prefabbricati sarebbe la soluzione più rapida e sostenibile, per ospitare di volta in volta le classi delle scuole in fase di ricostruzione o adeguamento, affinché venga assicurata la continuità didattica, possibilmente senza ricorrere ai turni pomeridiani, decisamente insostenibili per i bambini, per le famiglie e per gli insegnanti.
Il Molise sul tema della sicurezza scolastica è forse la realtà che ha pagato il prezzo più alto; la sola possibilità, anche remota, che esistano ancora strutture potenzialmente pericolose che ospitano quotidianamente migliaia di bambini, è una condizione che una società civile non può e non deve assolutamente più permettere.