La seduta di Consiglio comunale tenutasi il giorno 25 maggio 2015, convocata al fine di approvare il Rendiconto di gestione per l’esercizio 2014, è stata utilissima per evidenziare diverse criticità.
Oltre ai rilievi degli organi preposti al controllo, è risultato clamoroso il voto all’unanimità sull’ordine del giorno che dà il via alla procedura per la costituzione di una Commissione Speciale che approfondirà la questione spinosa dei residui attivi e dei residui passivi.
Viene innanzitutto da chiedersi se questa iniziativa non sia stata promossa tardivamente. E’ legittimo pensare che tale scelta sia figlia dell’incertezza sul lavoro svolto dall’assessore al ramo e dagli uffici comunali? Ma allora come hanno fatto ad esprimersi favorevolmente sul Rendiconto 2014?
Dal canto suo, il MoVimento 5 Stelle ha votato convintamente NO al bilancio e non solo per i motivi anzidetti ma anche per la tempistica con la quale il rendiconto è stato licenziato.
Corre l’obbligo ricordare, a tal proposito, i numerosi e rumorosi proclami quando questa amministrazione annunciava che si sarebbe votato il bilancio di previsione 2015 entro il mese di marzo. Invece, se tutto andrà bene, forse si voterà a fine giugno. E’ ovvio che questo ritardo significa precludere ancora una volta una seria programmazione politica, soccombente alla logica dei dodicesimi.
Si ritiene che il centrosinistra abbia votato un documento politicamente vecchio, avendo inciso poco o niente sulle scelte della passata amministrazione. Del resto, è risaputo che l’attuale maggioranza è ampiamente rappresentativa del precedente Consiglio a sostegno di Di Bartolomeo, avendone ereditato parecchi membri. Ancor più grave è rilevare la mancanza di fiducia sull’operato dell’assessore Sabusco e della “struttura”, avendo scelto di demandare a terzi la verifica di alcuni dati rilevati.
In estrema sintesi, si è trattato di un atto dovuto teso a garantire la continuità amministrativa minacciata dai tempi obbligatori per legge – il rendiconto si doveva approvare entro aprile – e dalla conseguente diffida della locale Prefettura che altrimenti avrebbe disposto lo scioglimento dell’assise comunale.